Canberra, la capitale d’Australia, per quanto sia piccola ospita un vero e proprio tesoro culturale e storico e c’è davvero l’imbarazzo della scelta su cosa fare e vedere a Canberra. Tra le moltissime attrazioni che la città offre, il National Museum of Australia è una tappa imperdibile. Il National Museum of Australia di Canberra è essenzialmente un museo di storia sociale, ed esplora la terra, nazione e popolo australiano. Completamente gratuito e aperto 7 giorni su 7. In particolare, il museo dà grande importanza alle storie e alla cultura degli aborigeni, affronta il tema della colonizzazione inglese e del rapporto particolare che questo paese ha con il suo territorio. Ovviamente non è la prima volta che vedevo esposizioni sui primi abitanti dell’Australia e su come l’arrivo dei coloni abbia cambiato il loro modo di vivere, ma sicuramente questo museo offre una collezione molto ampia e completa al riguardo.
Storia e architettura del National Museum of Australia
Il National Museum of Australia è stato progettato dagli architetti Ashton Raggatt McDougall e Robert Peck von Hartel Trethowan e si trova su un sito di 11 ettari sulla penisola di Acton, accanto al lago Burley Griffin. Il progetto è nato con un concorso internazionale di design che gli architetti hanno vinto nel 1997 e il Museo è stato aperto nel marzo 2001.
L’architettura e il design del National Museum of Australia sono stati una pietra miliare per un edificio del suo genere. Evitando le interpretazioni museali tradizionali, gli architetti hanno sviluppato una struttura postmoderna che riflette la diversità della collezione del Museo. La caratteristica di design più evidente del Museo è il gigantesco anello scultoreo all’ingresso (il Loop), la parte più visibile della linea Uluru. L’edificio stesso, che ospita 6600 metri quadrati di spazio espositivo, è composto da diversi spazi individuali messi insieme come un puzzle, formando un semicerchio attorno al Garden of Australian Dreams. Il colore è ampiamente utilizzato, all’esterno e all’interno, in una vibrante tavolozza di cremisi, arancio, bronzo, oro, nero e argento spazzolato. Le trame vanno dalla finitura liscia dei pannelli in alluminio anodizzato che rivestono gran parte dell’edificio alla superficie in calcestruzzo modellato della sezione occidentale. Alcune delle fossette in rilievo e dei buchi infossati sono parole scritte in braille.
I visitatori entrano nel Museo attraverso l’atrio principale, rinominato Gandel Atrium, nel 2018. Questo grande spazio aperto e luminoso con pareti curve, finestre e soffitti è come un enorme nodo di corda visto dall’interno. È una metafora dei fili che legano gli australiani come nazione, l’intreccio delle vite e delle storie dell’Australia e degli australiani. Seguendo la linea della fune attraverso l’Atrio si accede agli spazi della galleria dislocati su tre livelli. Una delle caratteristiche speciali del museo è l’integrazione tra il design della mostra e quello degli edifici: per i progettisti della mostra il colore era fondamentale per comunicare storie sull’Australia.
La linea Uluru inizia al Museo come tettoia d’ingresso e passaggio pedonale riparato. Quindi piomba nel Loop, una grande curva alta 30 metri, prima di proseguire come un ampio sentiero rosso oltre l’Australian Institute of Aboriginal e Torres Strait Islander Studies. La linea Uluru termina fisicamente in una rampa di cemento arricciata che, concettualmente, prosegue a nord-ovest fino a Uluru (Ayers Rock), considerato da molti il cuore spirituale degli aborigeni.
Il Garden of Australian Dreams è un paesaggio simbolico: grandi forme scultoree all’interno di uno specchio d’acqua, un po’ d’erba e alcuni alberi. Circondato dal Museo, offre ai visitatori l’opportunità di fermarsi e rilassarsi mentre contemplano un’esplorazione artistica del “luogo” e della “casa”. Il design del Garden of Australian Dreams si basa su una fetta dell’Australia centrale. Una superficie di cemento raffigura una “mappa” stilizzata e molto colorata dell’area; fai un passo e percorri l’equivalente di 100 chilometri attraverso la vera massa continentale del paese. Le parole sulla superficie ondulata della mappa identificano il luogo e il paese: “casa” viene ripetuto in 100 lingue diverse. Le linee che attraversano la mappa includono i punti di riferimento dei topografi, le mappe stradali, la recinzione dei dingo e le nazioni indigene e i confini linguistici.
La National Historical Collection
Al centro del National Museum of Australia di Canberra c’è la National Historical Collection, più di 210.000 oggetti che rappresentano la storia e il patrimonio culturale dell’Australia. La National Historical Collection è una collezione relativamente giovane per gli standard internazionali. Si compone di oggetti acquisiti mediante trasferimento da altri enti governativi, tramite donazione e lascito, e mediante acquisto.
La collezione aiuta a costruire connessioni tra oggetti, memoria, immaginazione ed esperienza vissuta – attraverso culture, comunità e tempo. In particolare, il Museo ricerca, raccoglie e rappresenta tre temi correlati: culture e storie degli aborigeni e degli isolani dello Stretto di Torres, storia e società australiana dal 1788, e l’interazione delle persone con l’ambiente australiano. Molti dei 210.000 oggetti della collezione del Museo riguardano più di un tema ma tutti contribuiscono a dare vita alle storie australiane.
Ecco alcuni aspetti più interessanti della National Historical Collection. Contiene una delle più grandi collezioni al mondo di dipinti su corteccia e le proprietà dell’ex Australian Institute of Anatomy, compreso il cuore del cavallo da corsa Phar Lap (il corrispettivo australiano di Varenne per noi italiani). La collezione presenta veicoli storici, materiale relativo alla politica e ai politici australiani, più di 300 gettoni appartenenti a detenuti e una vasta collezione di pettorali aborigeni.
Tra i vari reperti esposti al museo, si contano oltre 250 oggetti legati al caso delle piccola Azaria Chambelain, entrata tristemente nella cronaca australiana quando, nell’agosto 1980, a sole 9 settimane, fu presa dalla tenda da un dingo e presumibilmente uccisa mentre faceva campeggio con la famiglia. Ma anche una bandiera australiana trovata tra i resti delle Torri Gemelle dopo l’attacco dell’11 settembre 2001, bici di proprietà del ciclista australiano Cadel Evans, strumenti di navigazione appartenuti a James Cook, e la lana della pecora Chris, che arrivò a pesare oltre 40 kg, non essendo stata tosata per oltre 5 anni.
Il Museo sviluppa e mantiene anche raccolte archivistiche ed educative. Queste raccolte sono risorse importanti che forniscono informazioni aggiuntive e contesto storico per la National Historical Collection. Oltre alle collezioni permanenti del museo, ci sono poi mostre temporanee a pagamento. Consultate sempre il sito web del museo per essere aggiornati sulle attività offerte dal museo al momento della vostra visita.
Infine, il museo funge anche da deposito temporaneo per il rimpatrio dei resti ancestrali ed è coinvolto in progetti per restituire alle comunità di origine le spoglie degli indigeni australiani, conservate nelle collezioni dei musei di tutto il mondo. Questi progetti hanno visto il ritorno di oltre 1400 resti a marzo 2019.
Kinchela Boys Home gate, triste simbolo della stolen generation
Il National Museum of Australia di Canberra è interessante a dire poco, con tantissimi oggetti, tantissimi pannelli informativi e davvero tanta conoscenza da trasmettere. Che voi siate locali o turisti, appena arrivati in Australia o residenti di lunga data, sicuramente il National Museum of Australia di Canberra vi farà scoprire aspetti della vita australiana che non conoscevate prima, il tutto in maniera molto piacevole e naturale.
MI ispira molto la National Historical Collection, perché credo che una delle mission dei musei debba essere proprio creare connessioni tra passato e presente, tra culture.
Storia tra aborigeni e coloni, che si sono intrecciate, contaminate, possono insegnarci davvero molto.
Esattamente, soprattutto in un paese come l’Australia dove il passato è ancora per molti versi controverso e facilmente ignorato – o volutamente dimenticato!
Canberra è in una parte dell’Australia che ancora non ho visitato e che mi piacerebbe esplorare. Fantastico questo museo, e pure gratuito! Non avevo mai visto i dipinti su corteccia, quelli nella foto sono bellissimi!
Purtroppo, pur essendo la capitale, Canberra è spesso ignorata. Senza dubbio è piccolina, ma ha davvero tante attrazioni che meritano di essere visitate!
Interessantissimo questo museo. In ogni nuova meta cerco di visitare almeno uno o due musei dove poter apprendere la storia del luogo e dei suoi abitanti e direi che questo di Canberra vale davvero la visita, anche solo a livello architettonico!
Hai ragione, a Canberra ci sono diversi musei che meritano proprio di essere visitati e per di più sono anche gratis!
Un’architettura davvero particolare!!! Tra le tante cose da vedere, anche questo museo sembra molto interessante. L’Australia la vedo molto lontana, ma se mai un giorno ci dovessi andare seguirò di sicuro i tuoi consigli.
Per essere una cittadina così piccola, Canberra offre davvero tanto e specialmente se si fa un on the road per la east coast, secondo me andrebbe visitata
Non vedo l’ora che l’Australia riapra per tornare a viaggiare nel paese e Canberra è nella lista delle cose da vedere e non mancherò di andare al National Museum of Australia
Piano piano tutti gli stati stanno riaprendo, speriamo che non sia una falsa partenza!
Ci hai fatto fare davvero uno splendido tour assieme a te in questo museo . Spero di riuscire a vederlo presto di persona e di fare anche un tour reale oltre che virtuale .
Grazie per essere venuta a fare questa visita insieme a me 🙂
Non sono una grande amante dei musei, ma quelli antropologici, che illustrano la storia di un popolo, mi interessano moltissimo. Non so quando e se riuscirò ad andare in Nuova Zelanda, ma questo museo mi piacerebbe visitarlo!
Anche io preferisco i musei antropologici a quelli tradizionali. Comunque questo museo non è in Nuova Zelanda, ma a Canberra, la capitale dell’Australia!
L’architettura è bellissima e anche molto simbolica, un vero capolavoro. Mi piace molto questo nuovo indirizzo dei musei che iniziano a parlare di quello che contengono già all’esterno con un messaggio già nella struttura. Quanto al “contenuto” non ho dubbi che sia interessantissimo e mi è piaciuta molto anche l’idea di far tornare a casa i resti degli aborigeni
Ho visitato tanti musei australiani e molte aree dedicate agli aborigeni, ma questo è assolutamente unico nel suo genere proprio per quel collegamento anche fisico e visivo con la storia e la cultura delle popolazioni aborigene
Dopo aver letto l’articolo ho cercato online anche altre foto della struttura di questo museo, per poterlo vedere da angolature diverse, perché l’architettura dell’edificio mi ha incuriosita.
Per quanto riguarda gli interni, mi hanno colpito molto i dipinti su corteccia perché non ne ho mai visti dal vivo, nemmeno in un museo.
Mi fa piacere averti incuriosita. I musei australiani ospitano ovviamente molti manufatti aborigeni, ma anche dopo averne visti così tanti, rimango affascinata da quello che gli indigeni hanno prodotto e continuano a produrre
E’ una struttura straordinarie e tu l’hai descritta talmente bene che sembra di aver fatto davvero una passeggiata al suo interno insieme a te. Ne amo in maniera particolare i colori. Gli edifici colorati mi mettono allegria.
In effetti i suoi colori sono la prima cosa che ho notato in questo museo, soprattutto perché i musei tendono appunto a essere piuttosto grigi e “noiosi” dal punto di vista cromatico
Noo, ho fatto la visita guidata al Parlamento ma nessuno mi ha detto che c’era anche l’ascensore per il tetto! Meh! 🙂
Maaaamma che nostalgia, ho passato solo due giorni a Canberra ed è successo più di un anno fa, ma leggendoti rivedo tutto nitidamente come se fosse davanti a me!
Il National Museum mi è piaciuto molto, così come il parlamento e gli altri musei e attrazioni che sono riuscita a visitare. Ma è stato vero amore con il War Memorial! Per me, uno dei più belli in assoluto 😊
Il war memorial è proprio bello, ma l’avevamo già visto, quindi a questo giro l’abbiamo saltato, ma è sicuramente una tappa imperdibile di Canberra!