Quando sono arrivata ad Adelaide per il mio semestre di scambio nel 2009 non mi sentivo come gli altri studenti stranieri: ero già stata in Australia e conoscevo la città, avevo un fidanzato e la sua famiglia come rocce su cui appoggiarmi, e, soprattutto, non avevo nessun interesse a bruciarmi le tappe come facevano tutti gli altri studenti stranieri che avevano i giorni contati Down Under. Quando mi sono trasferita definitivamente in Australia nel 2011, non mi sentivo ugualmente come tutti gli altri italiani che come me sbarcavano sul suolo australiano ogni giorno, e a oggi, mi sento ancora profondamente diversa dalla maggior parte degli altri expat – soprattutto italiani – che negli anni ho conosciuto.
Cosa mi ha sempre fatto sentire diversa da chi è in Australia di passaggio? Il fatto che io in Australia ci sia sempre venuta per restare. Seriamente. Non sono mai stata qui di passaggio, anche quando ero qui sono per un semestre di studio. Il fatto che il mio fidanzato – prima, marito poi – fosse australiano e che la sua famiglia fosse di qui, per me ha sempre comportato un legame indissolubile con questo paese. Anche prima di decidere – consciamente o inconsciamente – di fare di quest’isola la mia nuova casa, sapevo che l’Australia avrebbe comunque sempre fatto parte della mia vita. Che, indipendentemente da dove avremmo vissuto, questa sarebbe sempre stata casa per noi. E questo ti fa vivere la quotidianità in modo molto diverso.
Uno dei problemi e delle preoccupazioni principali di chi sceglie di vivere in Australia è il visto. Se è relativamente semplice venire in Australia per vacanza o per un breve periodo di vacanza-lavoro, è molto più complicato ottenere un visto a lungo termine o addirittura la residenza permanente. Per questo la prima domanda di chi è qui di passaggio o solo temporaneamente ad altri stranieri è sempre “con che visto sei qui?”. Superare lo scoglio del visto ed ottenere la PR prima e la cittadinanza dopo è stato un traguardo enorme per me, ma mi ha indubbiamente distanziato da chi ancora vive con l’ansia e l’incertezza del visto.
Il secondo grosso scoglio è il lavoro. Chi è in Australia a tempo determinato – e soprattutto chi è qui per studiare o con il working-holiday – troverà solitamente impiego nel mondo della ristorazione oppure in qualche negozio. A causa proprio dei limiti dei visti con cui questi giovani entrano, risulta molto più difficile trovare un lavoro “serio” o di lunga durata: praticamente impossibile per loro pensare alla carriera, al futuro e una stabilità economica con queste condizioni lavorative. E questo, a mio avviso, è un’altra grossa diversità tra chi viene per restare e chi è qui di passaggio.
Anche perché, se in un paese intendi mettere radici, è normale che cominci a preoccuparti presto di dove vorresti abitare ed, eventualmente, cominci anche a considerare la possibilità di comprare casa. Guardi al futuro insomma! Invece per i miei tanti amici stranieri che sono qui in Australia di passaggio (o anche solo per qualche anno) è tutto un cambiare casa ogni due per tre, negoziare contratti di affitto, spostarsi di quartiere in quartiere con l’aumentare dei costi degli affitti, e il comprare mobili che valgono e durano poco perché “tanto non vale la pena spendere”. Chi è qui in maniera temporanea normalmente cercherà di abitare in centro o lungo la costa, mentre chi è qui per restare farà progetti a lungo termine e magari sceglierà zone più periferiche, dove è possibile comprare una casa adatta a una famiglia e dove le scuole sono buone.
Inoltre, ho notato che cambia anche la compagnia di chi ci si circonda. Quando ero qui a studiare, tutti i miei compagni in scambio stavano sempre fra di loro: non c’era rapporto tra loro e gli studenti locali e questo dava luogo a molte incomprensioni e malintesi – della serie “gli australiani sono freddi e inospitali perché non parlano con noi stranieri”. Anche tra chi è qui per lavorare a tempo determinato ho notato una certa tendenza a circondarsi prevalentemente solo da altri stranieri, in primis i propri concittadini. Insomma, non dico niente di nuovo se affermo che gli italiani all’estero tendono a stare con altri italiani, no? Ecco, io ho sempre cercato di evitare questo: non perché abbia niente contro gli italiani, ovvio, – anzi, ho avuto e continuo ad avere amiche carissime che sono proprio italiane – ma semplicemente perché ho sempre preferito cercare di integrarmi nella mia comunità ospitante, piuttosto che passare tutto il tempo immersa in quella che ho lasciato a casa.
E per ultimo, quando sai che hai tutta la vita davanti per esplorare le incredibili bellezze di questo paese, non hai l’ansia e la fretta di vedere tutto e subito. Puoi prendertela con comodo, fare viaggi più lunghi e “profondi”, puoi viaggiare quando ti è più congeniale – e non sfruttando per forza ogni singolo weekend a disposizione – e approfittare di occasioni e visite speciali per fare magari quel viaggio tanto atteso. Magari dopo anni che abbiamo cominciato a sognarlo! Chi invece è in Australia di passaggio, deve letteralmente approfittare di ogni occasione per girare questo enorme paese!
In Australia al momento siamo molto felici e amo la mia vita qui, ma non so se vivremo Down Under per sempre. Ma so per certo che l’Australia sarà sempre parte della mia vita e del mio futuro. É la nazione e la cultura di mio marito e della sua famiglia, rappresenta la mia seconda cittadinanza e, con molta probabilità, sarà qui che nasceranno i miei figli. E tutto questo fa sì che io viva la mia quotidianità in Australia in modo diverso rispetto a chi l’Australia la vede solo come una tappa di passaggio.
E voi cosa siete? Di passaggio o siete qui per restare?
Last Updated on 14/07/2021 by Diario dal Mondo
Ciao Claudia, leggendo il tuo blog/diario devo dire che concord sulla maggior parte delle tue osservazioni. Io ho seguito una strada simile alla tua 21 anni fa ed ora sono molto integrato nella societa Australiana (un vero “bogan’ potri dire).
Tornero a leggere i tuoi articoli di sicuro, se hai bisogno di consigli o aiuto fammi sapere, ciao
Sono in Spagna e non lo so se resterò o no. Sono stata 5 anni in Olanda, abbiamo avuto un figlio, comprato casa ma poi abbiamo mollato tutto per trasferirci a Barcellona. Qui ora stiamo bene ma non so se resteremo o no. Il fatto di essere entrambi italiani secondo me fa la differenza. Tuo marito é australiano, hai un motivo grosso come una casa x restare per sempre ma per noi non é così. Le nostre famiglie sono in Italia, qui siamo soli e liberi. Oggi ci stiamo bene ma se domani non fosse più così adiós!
Sì, hai ragione, la famiglia di mio marito è qui e qui sarà sempre, perciò per noi ci sarà sempre questo legame indissolubile con l’Australia. Per la casa, quella invece si può vendere e ricomprare altrove, ma il legame di sangue non si cancella… ma il desiderio di sperimentare altri angoli di mondo c’è….
L’Australia è il mio sogno ma non ho dubbi… solo per vacanza. Alla fine, sembrerà strano, ma io in Italia sto bene!
Bhe questa è un’ottima cosa! Trovarsi bene nel paese dove si vive è cruciale… per tutto il resto ci sono i viaggi!
magari restare =D
La speranza è l’ultima a morire
Tanti anni fa ho vissuto in Francia…ero partita per fare un’esperienza lavorativa di 6 mesi, poi ci sono rimasta per ben 4 anni. Trasferirsi all’estero è un’esperienza incredibile, che credo, ogni giovane dovrebbe fare. Poi in Australia…ancora più incredibile 🙂 Complimenti!
Grazie mille. All’epoca ho solo raggiunto il mio fidanzato, e mi sembrava la soluzione logica alla nostra soluzione… ma ovviamente ora mi rendo conto di che decisione enorme sia stata!
Sono in Germania per restare, ma ho già vissuto qui anni fa a tempo determinato. Ho potuto constatare anch’io che il quotidiano cambia radicalmente, se non hai il conto alla rovescia che ti rimbomba come un ticchettio nella testa. Allora preferivo frequentare persone di varie nazionalità in modo da approfittare dell’occasione unica di conoscere e capire culture diverse dalla mia, ignara del mio ritorno. Oggi vivo tutto con più naturalezza, senza tutta quella fretta e con la consapevolezza che i rapporti di amicizia verranno coltivati per molto più tempo.
Ciao Barbara, hai proprio ragione. Quando non si ha una data di scadenza secondo me ci si può godere tutto – posti e persone – con molta più profondità. Purtroppo c’è chi dice che ci si gode di meno il presente però, ma io non la penso così! Dove vivi in Germania?