L’Australia e la vita australiana continuano a essere fonte di curiosità e perplessità per me. Nonostante siano anni che ormai vivo qui, ci sono ancora cose che mi lasciano a bocca aperta, nel bene e nel male. Eccovi le mie ultime impressioni.
Per imbarcarsi in un volo interno non bisogna mostrare alcun documento d’identità. Ricordo che questa cosa mi scioccò moltissimo la prima volta che presi un volo interno. Esistono procedure per cambiare il nome di un biglietto aereo, bisogna pagare soldi, ecc, ma poi al momento del check-in o dell’imbarco, nessuno chiede di vedere un documento. Solo la carta d’imbarco e via. Capisco che fuori dai confini dell’Australia non si esce, ma questo non spiega l’assenza di controlli secondo me. Detto questo, ovviamente mi sono abituata, e se adesso dovessero chiedermi un documento, immagino che rimarrei molto sorpresa!
I carrelli nei supermercati (a parte quelli di Aldi) sono gratuiti, ovvero non occorre la monetina per prenderli. Ottimo, direte voi. Sì e no. E’ sicuramente comodo quando si fa la spesa, perchè non ci si deve preoccupare di avere il dollaro nel portafoglio. Il problema è che non mettendoci soldi, non ci sono neanche gli incentivi per riportare i carrelli nelle aree apposite. Il risultato? I carrelli sono ovunque: nei centri commerciali, nei parcheggi, nelle strade. E costituiscono un vero problema, perchè i carrelli abbandonati possono essere d’intralcio al traffico e ai pedoni, causare danni alle macchine, o in alcuni casi possono causare incidenti letali. Qui a Sydney recentemente la maggior parte dei centri commerciali hanno installato un sistema per cui le rotelle dei carrelli si bloccano al perimetro esterno dell’edificio, in modo che non possono essere portati via: anche in queto caso il risultato è una fila di carrelli abbandonati all’entrata dei centri commerciali. Decisamente si può fare di più Australia!
In ogni pub in Australia troverete un’area dedicata al gioco d’azzardo, con slot machines o macchinette da poker. A qualsiasi ora del giorno e della notte potete stare sicuri che qualcuno starà usando quelle macchinette, solitamente rimanendoci incollato per ore. Infatti, l’Australia è la capitale del gioco d’azzardo del mondo, con oltre l’80% della popolazione che vanta questo “hobby”. A quanto pare infatti gli australiani spendono a testa più di ogni altra nazione del mondo nel gioco d’azzardo, con oltre 1.000$ a testa. Il governo cerca in vari modi di aiutare le persone con problemi di dipendenza dal gioco, ma il problema resta tutt’ora tutt’altro che risolto.
Ogni anno tra settembre e novembre un numero assurdo di persone vengono attaccate dalle magpie (le cugine australiane delle gazze ladre). In questi mesi infatti le magpie si riproducono, fanno i nidi e sono estremamente protettive verso i loro piccoli. Sorprendentemente però il 99% degli attacchi vengono fatti dai maschi. Pedoni e ciclisti in questi mesi vengono attaccati dagli uccelli che scendono in picchiata verso la testa dei malcapitati e li inseguono fino a quando non sono abbastanza distanti dal nido. Nella maggior parte dei casi gli attacchi non causano danni particolarmente importanti, ma ci sono stati casi in cui qualcuno ci ha perso un occhio, quindi direi che non sono da sottovalutare! Consiglio: se dovete passare sotto un albero dove sapete esserci un nido, munitevi di un ombrello e tenetelo alto sopra la vostra testa. Le magpie mirano sempre al punto più alto!
Che l’Australia sia ormai un rinomato produttore di vino è un dato di fatto. I vini australiani sono ormai in vendita in moltissimi paesi esteri, dall’Italia alla Francia, dal Regno Unito agli USA. Quello che mi ha sorpreso però al mio arrivo in Australia è la quantità di cask wine che viene consumato Down Under. Mi riferisco proprio al nostro Tavernello, quel vino in scatola che in Italia neanche il più squattrinato dello studente vuole bere. Qui ce ne sono di tantissime qualità e di tantissimi prezzi. Molti lo usano solamente per cucinare, ma ormai ci sono anche vini davvero buoni che vengono venduti nel cartone, e a casa nostra non manca mai. Questa abbondanza di cask wine in Australia forse può essere spiegata dal fatto che il vino in cartone è stato inventato proprio qui? Nel 1965 Tom Angove registrò nel South Australia la sua invenzione, come modo per conservare il vino più a lungo e, soprattuto più al sicuro, in un’era in cui il vino era venduto solo in bottiglie di vetro molto pesanti che potevano rompersi facilmente. Se chiedete a me, davvero una grande invenzione!
E per finire, alcune varie ed eventuali dal supermercato. In nessun supermercato in Australia troverete i guanti per scegliere la frutta e la verdura. Troverete solo i sacchetti di plastica. Potete usare questi per prendere i vostri prodotti oppure le vostre mani. Con germi e tutto il resto. Personalmente lavo sempre la frutta e la verdura lo stesso prima di mangiarla, ma viene da chiedersi perchè non abbiano pensato a una cosa così semplice come i guanti per mantenere più igiene. Inoltre troverete l’uva (quasi) sempre in sacchetti di plastica, e non sciolta, dato che i cicchi d’uva sul pavimento sono una delle cause principali di infortuni. Infine, in Australia il pane si compra a numero, e non a peso: se andate in una qualsiasi panetteria, dovrete specificare il numero di panini che volete, e non il peso. Ovviamente il prezzo è a numero! Infine, quando comprate l’affettato, dovrete specificare se lo volete sliced (= affettato come in Italia) o shaved (= affettato molto più sottilmente); inoltre l’affettato non verrà messo su quella che noi chiamiamo carta da macellaio, ma direttamente in una bustina di plastica! Ovviamente il risultato è che le fette si attaccano tutte le une con le altre!
Ed ecco a voi la mia ultima puntata con “curiosità e perplessità”. Se vi siete persi le puntate precedenti, le trovate qui, qui e qui. Alla prossima!
Last Updated on 15/07/2021 by Diario dal Mondo
Come sempre adoro questi tuoi post in cui parli delle peculiarità della vita in Australia! E come sempre non posso fare a meno di riflettere e rendermi conto quanto australiana sia diventata! Al momento sono in Italia e l’altro giorno al supermercato vedendo i guanti per prendere frutta e verdura ho pensato allo spreco ridicolo di plastica per una cosa che io trovo assolutamente inutile! Non capisco davvero questa mania degli italiani che io ho decisamente perso, forse perché quando sono andata via dall’Italia i guanti non esistevano ancora! I germi delle mani non mi fanno più paura 😉Naturalmente lavo sempre frutta e verdura ma sono i pesticidi che mi spaventano!
A Melbourne per i carrelli del supermercato bisogna mettere due dollari e, fortunatamente, gli affettati non vengono messi mei sacchetti ma sulla carta come in Italia. Sydney e’ troppo australiana 😊 Devi venire a trovarmi, sarà quasi come essere a casa 😉
Mi rendo conto anche io, Barbara, che con il passare del tempo diventa sempre più difficile trovare cose di cui stupirmi… tutto ormai mi sembra normale qui, ed è solo quando rientro in Italia che scatta il confronto. Dovrò venire proprio dalle tue parti a fare un po’ di paragoni allora!!!!
Post interessantissimo. Mi permetti di rimarcare un paio di similitudini con la Germania, il paese dove vivo?
Il documento non viene controllato neanche in Germania, in nessuna fase del volo (check-in, controllo radiogeno, imbarco), e non solo per i voli interni, ma anche per tutti i voli Schengen. Puoi volare da Francoforte a Napoli lasciando il documento di identità a casa e portandoti solo la carta di imbarco. Al ritorno dall’Italia o da altro paese però dovrai esibirlo, perché la Germania sembra essere il solo paese europeo a regolarsi così, e continua a farlo anche dopo gli attentati di Parigi. Al contrario, gli aeroporti italiani mi sembrano essere quelli dove ti viene chiesto più spesso anche per i voli interni (sia alla consegna del bagaglio, sia al controllo, sia all’imbarco).
Per quanto riguarda i voli extra-Schengen, anche in quel caso in Germania ti imbarchi solo con la carta di imbarco, ma dopo essere passato per il controllo passaporti (nel senso che due persone con destinazioni diverse possono scambiarsi le carte di imbarco dopo il controllo passaporti e imbarcarsi allegramente).
Anche io all’inizio ero sorpreso da questa mancanza di controllo, ma se ci pensi è logico: perché l’aereo, contrariamente ad altri mezzi di trasporto, dovrebbe avere misure di identificazione per lo spostamento delle persone entro confini che non lo richiedono? Per la sicurezza ci sono i controlli ai raggi x, l’identificazione di una persona prima del volo serve solo a stabilire se quella persona ha il permesso di spostarsi da A a B, permesso che entro confini nazionali (e Schengen nel caso europeo) è implicito.
Supermercato: uguale in Germania, ma proprio uguale, con l’eccezione dei carrelli (anche qui vogliono la monetina). E ora mi spiego anche perché non ho mai visto l’uva sfusa in un supermercato tedesco. Di più: dato il senso iperecologico dei tedeschi, a volte non usano manco i sacchetti di plastica per raccogliere la frutta più grossa: mettono le mele nel carrello e le lasciano poi rotolare sul nastro alla cassa (per poi a volte addentarle subito dopo averle pagate, senza manco strofinarsele un attimo sulla maglietta).
Vedi? Non l’avrei mai detto che la Germania e l’Australia avessero così tante cose in comune! Per quanto riguarda la richiesta di documenti all’imbarco, quello che però mi dà fastidio è il dover pagare per il cambio nome del biglietto, quando poi l’identità di chi viaggia non viene controllata… mi sembra proprio un controsenso!
Quello serve a evitare speculazioni. Le compagnie aeree mettono in vendita per ogni volo uno stock di biglietti di economy a prezzo ridotto. Se non fossero nominali, le agenzie di viaggio potrebbero comprarli in blocco per le tratte più trafficate e rivenderli guadagnandoci sopra.
Neanche in Francia ci sono i guanti per frutta e verdura, anzi a volte se si prende una sola cosa (tipo un melone) la gente incolla direttamente l’etichetta li sopra invece di usare un sacchetto. Mah.
Ma dai?????