Sono incappata l’altro giorno per caso in un articolo di Matteo Cavezzale sugli italiani all’estero, che ha provocato parecchio scalpore in rete. Se devo dire che condivido moltissimo quello che sostiene Matteo, devo però puntualizzare che questa completa generalizzazione degli “italiani all’estero” sorvola su moltissimi aspetti della vita di molti expat in giro per il mondo. Le motivazioni che hanno spinto e continuano a spingere migliaia di giovani a lasciare il Bel Paese e stabilirsi altrove sono tantissime, e così pure sono le realtà che essi trovano all’estero e il tipo di vita che si creano. Non siamo tutti uguali noi che siamo partiti, così come non sono tutti uguali quelli che rimangono. E così io rispondo così al decalogo di Matteo:
1. Girano solo con altri italiani. Sì, avete capito bene, se ne sono andati perché “basta degli italiani non ne posso più” e girano solo con italiani.
- Personalmente non mi sono mai attaccata agli altri italiani come ad un’ancora di salvezza, ho sempre preferito approfondire le conoscenze con i locali e con gli altri stranieri. Ma immancabilmente la mia strada si è incrociata con quella di altri italiani e qui mi sono sempre comportata come in un qualsiasi altra amicizia: se mi piaci e siamo affini, l’amicizia crescerà; se non mi trasmetti niente, per me la cosa finisce qui, italiano o meno che tu sia.
2. Sanno dell’Italia, in particolare di Berlusconi e della sua vita sessuale. Se ne sono andati per non sentirne più parlare e poi evidentemente gli è venuta nostalgia.
- Personalmente non seguo molto le notizie sull’Italia: mi fanno venire la depressione. Ma resta pur sempre vero che l’Italia è e sarà sempre la mia patria, parlo quotidianamente con amici e parenti dall’Italia, ci torno con costanza ed è giusto mantenersi un minimo informati su quello che succede nel proprio paese.
3. Hanno freddo. Vivono in paesi in cui spesso non sorge nemmeno il sole. Stanno morendo di freddo, ma non lo ammetteranno mai. Mai.
- Per fortuna qui in Australia non c’è proprio il problema del freddo, anzi, semmai il contrario. C’è troppo caldo. Ma non vedo come il mio lamentarmi del caldo o della pioggia di Sydney sia niente di diverso dal continuo aggiornamento metereologico su facebook dei tanti amici in Italia.
4. Mangiano da schifo. Pesce affumicato, wurstel, orsetti gommosi, patate fritte. I più fortunati trovano un asporto cinese o un kebabbaro. Cercano disperatamente una pizza decente, alcuni giurano anche di averla trovata. Ma stanno mentendo.
- Altro stereotipo che insegue l’italiano all’estero. E’ vero al 100% che al di fuori dell’Italia è molto difficile trovare del buon cibo italiano, ma questo non vuol dire che si debba mangiare male. Qui in Australia ho la fortuna di poter assaggiare piatti provenienti da quasi qualsiasi paese del mondo, e, soprattutto per le cucine asiatiche, non posso assolutamente dire di mangiare male. Si trovano buoni ristoranti italiani in Australia? A fatica. Si trova buon cibo in generale? Sicuramente.
5. Fanno lavori del cavolo che in Italia non avrebbero mai fatto. Se ne sono andati al grido di “Non posso stare in Italia a pulire dei cessi, ho una laurea io!” e ora puliscono cessi a Nantes. Che vuoi mettere un cesso di Nantes contro un cesso di San Lazzaro di Savena!?
- Purtroppo l’italiano, sia che viva in Italia o che viva all’estero, deve mangiare. E come si paga da mangiare? Con i soldi. E come ottiene i soldi? Solitamente lavorando. E se è vero che chi rimane in Italia può restare da mamma e papà e non spendere un centesimo per vitto e alloggio, per l’italiano all’estero il problema del pagare l’affitto e la spesa è in cima alla lista di priorità. Per cui ben vengano le pulizie, se ti permettono di mantenerti. Si comincia sempre dal basso, e non c’è niente di umiliante nel fare le pulizie, servire ai tavoli o fare la babysitter. E poi vuoi dirmi dove ti pagano 20$ all’ora per servire i caffè in Italia?
6. Fregano. Sì, proprio come gli italiani qua, non pagano il biglietto del tram, passano con il rosso, cercano in ogni modo di evadere le tasse. E si credono ancora più furbi perché anche se sono in un paese “serio” e “europeo” riescono a farla franca.
- Purtroppo è vero, le uniche due volte che ho avuto problemi qui in Australia sono state entrambi con italiani. Ma il problema non è l’Australia, o Londra, o Parigi, così come non è l’italiano, il russo o lo spagnolo. E’ il singolo individuo che pensa solo al suo rendiconto personale a discapito degli altri e delle regole. E stai tranquillo che ovunque tu vada nel mondo, qualcuno pronto a fregare ci sarà sempre.
7. Non possono più tornare in Italia senza un senso di fastidio. Non tanto per il fatto di essere in un paese allo sbando, ma perché non potrebbero mai ammettere di aver scoperto di essere anche loro solo degli italiani.
- Quando torno in Italia lo faccio con un enorme sorriso sulle labbra e il cuore gonfio di felicità. Vivo benissimo in Australia ma casa è casa, ed è sempre un piacere tornarci. Innegabilmente resto e resterò sempre italiana, sia che io viva in Italia sia che viva in Australia, e questo non lo rinnegherò mai.
Last Updated on 23/12/2020 by Diario dal Mondo
Ciao.. blog molto interessante 🙂 Vorrei aggiungere una precisazione s
ul punto 5 … in Italia come giurista avrei lavato ” i cessi” … mentre guarda un po’ in Francia faccio la giurista di impresa. Il mondo va al contrario evidentemente.