I diritti delle madri lavoratrici in Australia

Se hai deciso di metter su famiglia o hai appena scoperto di aspettare un bimbo e ti trovi in Australia, sicuramente ti sarai già informati riguardo al congedo maternità e ai tuoi diritti pre e post nascita. Ma cosa succede una volta finito il congedo parentale e vuoi tornare al lavoro? Quali sono i tuoi diritti come madri (ma anche padri) lavoratrici in Australia? In breve, al tuo ritorno dal congedo di maternità, hai il diritto di riprendere lo stesso lavoro che hai prima e hai anche il diritto di richiedere accordi di lavoro flessibili, come il lavoro part-time o da remoto. Questi due diritti sono protetti dal Fair Work Act 2009, ma la triste realtà è che in anche in Australia, alcuni datori di lavoro non sempre li rispettano.

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10 vantaggi di lavorare fino alla data del parto

Chi mi conosce lo sa: sono una testa dura e quando mi fisso di fare qualcosa, è difficile che cambi idea. Ovviamente, anche la gravidanza non è stata da meno, e, oltre al fatto di volere una gestazione quanto più naturale e non medicalizzata possibile, l’altra mia priorità era quella di riuscire a lavorare fino alla data presunta del parto.

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Lavorare fino alla data presunta del parto: follia, coraggio o semplice necessità

Mancano ormai meno di 6 settimane alla mia data presunta del parto (DPP), e siamo allo stesso tempo terrorizzati ed eccitati all’idea che fra non molto stringeremo tra le braccia il nostro primo pargolo. Nelle ultime settimane prima dell’arrivo di un neonato – specialmente se è il primo –  c’è sicuramente tantissimo da fare: finire di arredare e preparare la cameretta del pupetto (o per lo meno montare la culla o il lettino dove dormirà), montare il passeggino, installare il seggiolino in auto (senza il neonato non verrà rilasciato dall’ospedale), preparare la borsa per l’ospedale, preparare e congelare pasti per il dopo-parto, ripetere la strada per l’ospedale fino a riuscire a farla ad occhi chiusi e, solitamente, finire il lavoro e cominciare il congedo maternità.

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Il cliente ha sempre ragione? Ma anche no!

Quando ero ragazzina, ogni anno passavo parte delle mie vacanze estive in un villaggio in Italia o all’estero con la mia famiglia. Come sicuramente saprete, il forte dei villaggi vacanza è di solito l’animazione e le varie attività che questa propone agli ospiti. Anno dopo anno, per me questa era la parte più divertente della vacanza: mai stata tipo da ombrellone, ero sempre in prima fila per una partita a ping pong o un torneo di beach volley. E allo stesso tempo, anno dopo anno, sognavo di raggiungere i 18 anni per poter cominciare a lavorare come animatrice io stessa: non vedevo che i lati positivi di quel lavoro, soprattutto l’idea di passare mesi e mesi al mare, essenzialmente in vacanza, a divertirmi mentre facevo divertire gli altri.

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Giugno e il carico emotivo che porta con sé

Per i primi 18 anni della mia vita l’arrivo di giugno ha sempre portato con sé grande gioia e un enorme sospiro di sollievo, con l’inizio dell’estate, con la fine della scuola/università e l’arrivo delle tante agognate vacanze. Significava la fine della stagione degli obblighi e l’inizio di quella spensierata – anche se durante gli anni di università la sessione di luglio ritardava l’arrivo dell’estate –, quella fatta di viaggi, di scoperte, di divertimento. Poi sono arrivati i miei 17 anni e giugno ha portato con sé la fine del mio anno di scambio in America, un ritorno traumatico in Italia, l’arrivederci a persone a cui avevo dato il mio cuore da un lato dell’oceano e l’addio alla mia nonna dall’altro. E infine ecco i miei 18 anni e giugno ha perso per sempre quella sensazione di gioia e sollievo. Perché è proprio come oggi infatti che 13 anni fa mio papà è mancato. Continue reading “Giugno e il carico emotivo che porta con sé”

Soddisfatti al 100% del proprio lavoro: un sogno?

Dopo l’estenuante ricerca del lavoro full-time e a tempo indeterminato che ha caratterizzato i sei mesi post-consegna della mia tesi di dottorato, quando ormai avevo perso le speranze e mi ero rassegnata a continuare con il mio part-time presso AFS, ecco arrivare l’àncora di salvezza da parte di MSF. L’impiego presso Medici senza Frontiere è arrivato all’improvviso e in modo del tutto inaspettato: avevo infatti fatto domanda per fare volontariato in ufficio – che non si sa mai, e intanto mi fa entrare nell’organizzazione – ma nel frattempo si era aperta una posizione per cui avevo fatto domanda forse un anno prima senza successo e potevo fare un colloquio se lo volevo. Continue reading “Soddisfatti al 100% del proprio lavoro: un sogno?”

Insegnare le lingue… da non insegnante

Ho cominciato a dare ripetizioni di inglese a 18 anni durante il primo anno di università, quando, tornata dal mio anno in America, la mia conoscenza dell’inglese era di gran lunga superiore alla stragrande maggioranza dei miei coetanei. All’inglese si è poi aggiunto il francese e, una volta trasferitami in Australia, anche l’italiano. Non ho mai studiato da insegnante e per questo non mi definisco tale, ma di studenti davanti a me negli anni ne ho visti passare davvero tanti. E ora, dopo 12 anni di “insegnamento”, appendo la mia bacchetta al chiodo e mi ritiro come insegnante. Prima di chiudere questo interessante capitolo della mia vita, oggi voglio raccontarvi cosa ha significato questa decade di insegnamento da insegnante-non insegnante. Continue reading “Insegnare le lingue… da non insegnante”

L’incubo spelling

Gli anglosassoni nascono e crescono sguazzando dentro lo spelling della loro lingua, con gare, test e una vita intera per acquisire velocità e precisione. Da noi, in Italia, tutta questa fobia per lo spelling non avrebbe senso (passato i dettati di scrittura delle elementari), si scrive come si pronuncia e si pronuncia come si scrive. E così mi sono trovata di colpo immersa e sommersa, alla veneranda età di 30 anni, da questo mondo dove ancora annaspo e a tratti affogo. Continue reading “L’incubo spelling”

Capisci di lavorare in una non profit

Ho lavorato nel settore privato e nel pubblico, ho lavorato per piccole imprese a conduzione famigliare e grosse aziende internazionali. E ora posso dire di aver provato l’ebbrezza di lavorare anche per una non-profit! O meglio due! Sia AFS che MSF infatti sono due organizzazioni non a scopo di lucro e dopo più di un anno di lavoro in questo particolare tipo di compagnia ecco cosa ho imparato.

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Etichetta d’ufficio in Australia: 5 consigli

L’Australia è conosciuta per essere una nazione molto rilassata. Uno dei motti nazionali infatti è il “No worries, mate!”, che per molti diventa una vera e propria filosofia di vita. Venendo dalla frenetica Milano e arrivando nella provinciale Adelaide, questo contrasto di stile di vita mi è apparso subito molto ovvio. E altrettanto velocemente l’ho fatto mio! Questo approccio alla vita e ai suoi problemi non è applicabile solo nel tempo libero, ma anche all’interno dell’ufficio e nel mondo del business. Il mondo del lavoro infatti – e in particolare il lavoro d’ufficio – è un ambito dall’etichetta ben definita, ma in cui si riflette molto la generale cultura australiana. Eccovi allora i miei 5 consigli per muovervi con naturalezza nell’etichetta d’ufficio in Australia.

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