Come vivono realmente gli italiani all’estero: te lo dico io!

Sono incappata l’altro giorno per caso in un articolo di Matteo Cavezzale sugli italiani all’estero, che ha provocato parecchio scalpore in rete. Se devo dire che condivido moltissimo quello che sostiene Matteo, devo però puntualizzare che questa completa generalizzazione degli “italiani all’estero” sorvola su moltissimi aspetti della vita di molti expat in giro per il mondo. Le motivazioni che hanno spinto e continuano a spingere migliaia di giovani a lasciare il Bel Paese e stabilirsi altrove sono tantissime, e così pure sono le realtà che essi trovano all’estero e il tipo di vita che si creano. Non siamo tutti uguali noi che siamo partiti, così come non sono tutti uguali quelli che rimangono. E così io rispondo così al decalogo di Matteo:  Continue reading “Come vivono realmente gli italiani all’estero: te lo dico io!”

Due anni a testa in giù

Un anno fa come oggi mi trovavo in una posizione delicata. Io e l’Avvocato vivevamo ancora con i suoi genitori e non avevamo nessuna concreta possibilità di andarcene, dato che l’Avvocato non riusciva a trovare lavoro. Io mi dividevo tra la panetteria (che odiavo) e la scuola dove insegnavo italiano e francese (che a lungo andare mi annoiava). Ero in attesa del visto e del risultato sul dottorato e la borsa di studio. Non era un bel periodo, fatto di poche soddisfazioni, tanti compromessi e attesa, attesa, e attesa. 

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Un anno a testa in giù

È passato esattamente un anno dal mio arrivo in Australia, ed è tempo di bilanci. Inizio col dire, per chi già non lo sapesse, che in occasione di questo anniversario, festeggio anche un primo importante traguardo: l’università di Sydney mi ha offerto un posto per il dottorato di ricerca! Sydney è la mia prima scelta, seguita da Melbourne e Canberra, da cui ancora non ho avuto risposta, e quindi sono estremamente contenta di quest’offerta. Questo però ancora non significa che farò il dottorato al 100% in quanto la mia ammissione dipende dall’esito del concorso per la borsa di studio, che si saprà tra novembre e dicembre. Altrimenti, senza borsa, dovrei sborsare almeno $32.500 all’anno solo di tasse universitarie, e l’ultima volta che ho controllato il mio conto in banca non arrivavo neanche a coprire un trimestre!

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Prima visita dall’Italia

Finalmente, dopo 9 mesi dal mio arrivo in Australia, senza un amico o un confidente a parte l’Avvocato, ho potuto assaporare la gioia di avere di nuovo un’amica con cui chiacchierare di sciocchezze e di cose importanti, con cui ridere e fare gossip, e a cui far vedere in giro il piccolo mondo in cui vivo.
Ele è arrivata martedì sera, dopo qualche giorno a Melbourne e due giorni di viaggio lungo la Great Ocean Road. Rivederla e riabbracciarla è stato bello come sempre, come tutte le volte che ci siamo viste durante l’erasmus a Grenoble e negli anni a seguire in Italia, forse ancora di più perché era un sacco di tempo che non ci vedevamo. Oggi vi racconto la bellezza della mia prima visita dall’Italia.

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Casa dolce casa

Finalmente, dopo un mese dalla firma del contratto, dopo 2 mesi dal mio arrivo in Australia, dopo 2 anni e 8 mesi (ufficiali) di storia con l’Avvocato, finalmente si è avverata la prima parte del nostro sogno e siamo andati a vivere insieme. L’emozione per me è stata molto forte, anche perché io la casa non l’avevo mai vista, e quindi c’era anche questa sorpresa. In questo mese ho avuto mille domande per l’Avvocato sulla casa, ma essendo uomo, ed essendo stato nella casa solo per 5 minuti una volta soltanto, le sue risposte non erano molte. E così è stata una sorpresa al 100% vederla per la prima volta. E ne sono rimasta contenta. Qui in Australia le case vengono affittate al 99% non arredate, a parte a volte la cucina e magari armadi a muro. Nel nostro caso c’era già parte della cucina e un armadio a muro nella camera principale.

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