Il peso della responsabilità

Uno degli argomenti di conversazione (o di bloggin) preferiti di expat o di immigrati è quanta sofferenza porta la vita all’estero. La lontananza da amici e parenti, la vita in solitudine, la mancanza di aiuti con i bambini, l’impossibilità di lavorare, e così via. Essendo la maggior parte delle expat donne, ed essendo moltissime le mogli e fidanzate che hanno seguito il proprio uomo all’estero, l’attenzione della blogosfera viene sempre rivolta alle difficoltà di queste donne al seguito. Continue reading “Il peso della responsabilità”

Mancata integrazione

Dylan è ormai in Italia da un paio di mesi, ha cominciato il liceo e sta frequentando un corso di italiano messogli a disposizione da Intercultura. Ha ormai conosciuto buona parte della mia famiglia e si è ambientato in casa come non avesse mai vissuto altrove. Sicuramente per lui, così come per mia mamma e Little B, l’impatto culturale al suo arrivo è stato significativo, soprattutto considerando che Dylan non parla né l’italiano né l’inglese: la comunicazione è quindi molto difficile, le incomprensioni sono all’ordine del giorno, e i progressi sono molto lenti. Non c’è niente di strano o anomalo in tutto questo, anzi, è un processo molto comune soprattutto per gli studenti che non conoscono già la lingua del posto e che vengono da una cultura nettamente diversa. Questi studenti in particolare sono come bambini piccoli a cui bisogna letteralmente far vedere e spiegare tutto nei minimi dettagli. Non li si può lasciare soli un attimo, né si può fare affidamento su di loro, perché ancora non camminano sulle loro gambe. Nonostante non sia inusuale tutto ciò per uno studente straniero, per la famiglia ospitante tutto questo può diventare logorante e stancante. Continue reading “Mancata integrazione”

La mia strada verso la cittadinanza australiana

Premessa: la cittadinanza australiana non si ottiene tramite matrimonio, ma solo tramite residenza nel paese o discendenza. Per tutte le info al riguardo, guardate qui. Il matrimonio con un australiano facilita l’ottenimento del visto de fact ma non lo garantisce in automatico. Questo è il mio percorso che mi ha portato verso la cittadinanza australiana.

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L’Eldorado del Terzo Millennio a volte delude

Ogni anno da qualche anno a questa parte sono oltre 200mila i giovani stranieri a fare domanda per il visto vacanza-lavoro per l’Australia, e circa 50mila che decidono di rinnovarlo per altri dodici mesi. Tra questi vi sono circa 10mila italiani, atterrati con il sogno di fare fortuna nell’Eldorado del Terzo Millennio. Perchè è così che viene percepita l’Australia: un paese che offre opportunità lavorative infinite ma allo stesso tempo garantisce la possibilità di godersi la vita, grazie a un salario medio alto, uno stile di vita semplice e pratico, servizi di buon livello e burocrazia non opprimente. E così sono sempre di più i giovani (italiani ma non solo) che partono alla volta di Melbourne, Sydney, Perth o Brisbane alla ricerca di questa vita ideale, senza immaginare che, per molti di loro, la nuova Terra Promessa si rivelerà meno accogliente del previsto. 

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La cerimonia

Questa sera diventerò cittadina australiana.

Questo è il primo pensiero che mi passa per la testa appena sveglia. Tra 12 ore non sarò finalmente più una straniera in Australia. Tra 12 ore non sarò più solamente italiana, ma sarò anche australiana. Al 100%. Senza se e senza ma, senza scadenze e senza appuntamenti. Questo è il mio ultimo appuntamento da foreigner. Da stasera in poi, tutto quello che farò sarà da Australian citizen. Ancora non ci credo! Continue reading “La cerimonia”

Ti piace vincere facile?

Disclaimer: questo post è voluntamente polemico. Questa volta non voglio fare premesse nè scusarmi in anticipo per quello che dirò. A lungo ho detto verità a mezza bocca, senza sbilanciarmi mai per paura di ferire gli altri. Peccato che gli altri non si sono mai preoccupati di ferire me con parole malpensate. E allora oggi voglio togliermi qualche sassolino dalla scarpa e raccontarvi la mia verità. Continue reading “Ti piace vincere facile?”

L’esame

REMINDER – Citizenship test @ 9.20 Thursday (13/08/2015)

Esattamente 24 ore prima del mio appuntamento per sostenere il test per la cittadinanza ho ricevuto questo SMS che me lo ricordava. Peccato che tra la tanta tecnologia che abbiamo al giorno d’oggi, ma mail in cui me lo comunicavano non mi era mai arrivata. Grazie al cielo hanno questo sistema di reminders che mi ha lettaralmente salvato le chiappe! Continue reading “L’esame”

Diversa

Tra le mie amiche di sempre e le tante altre che ho conosciuto strada facendo, sono sempre stata un po’ particolare. Da quando poi ho cominciato a viaggiare e a sognare di posti lontani, sono diventata sempre più diversa da loro. Noi cresciute alla periferia di Milano, sognavamo vacanze in mari esotici e caldi, sognavamo metropoli e negozi, sognavamo ragazzi dalla pelle scura e amori impossibili. Ma poi settembre arrivava, la vacanze finivano, e nella grigia periferia milanese tornavamo. I nostri non erano che sogni, mentre la realtà era fatta di vacanze sull’Adriatico, shopping nei soliti negozi di Milano e ragazzi lampadati. Crescendo faceva figo parlare di estero, gridare la propria insofferenza e la voglia di scappare. Ma, come per la maggior parte degli adolescenti, non erano che parole buttate al vento. La paura di fare quel salto nel vuoto era più grande del desiderio di evasione. Poi sono arrivata io. La mia insofferenza era tanta, la mia sofferenza pure, e io quel salto l’ho fatto. Un salto in lungo, oltre l’oceano Atlantico e quasi tutto il continente americano. Un salto in alto, 10.000 metri di altezza, lassù dove stavano i miei sogni. E non mi sono più fermata.

In Italia ero diversa perché sognavo un mondo fuori dai confini del mio paese. Perché non mi accontentavo della periferia e della campagna. Perché amavo uno straniero quando gli stranieri erano (e sono) guardati con diffidenza. Perché avevo bisogno di essere stimolata mentalmente. Perché non avevo rispetto della cultura della mia città, nè della mentalità del mio paese. Perché mi mancavano cibi che in Italia neanche esistevano. Perché facevo più fatica a parlare la mia lingua nativa, che quella adottata. Perchè non mi limitavo a lamentarmi, ma agivo per cambiare ciò che non mi andava bene. Perchè non mi limitavo a sognare un mondo lontano, ma sono partita per raggiungerlo.

In Australia sono diversa perché parlo con un accento. Perché la vegemite mi fa vomitare. Perché preferisco una margherita a una pizza “with the lot”. Perché il Natale con 40 gradi non è Natale. Perché guidare dall’altra parte della strada non mi è normale (ma mi ci sono abituata). Perché mi spaventano più i ragni giganti ma innocui che quelli minuscoli ma mortali. Perche con 30 gradi non penso che potrebbe essere peggio, ma già mi squaglio. Perché prendo il sole incurante dell’alto rischio di tumori. Perché posso dire di essere italiana e di esserlo veramente, al contrario delle migliaia di italiani di seconda o terza generazione, che si definiscono italiani pur non avendo mai messo piede in Italia! Continue reading “Diversa”

I miei 10 comandamenti per un matrimonio da expat

Del mio matrimonio temo per voi che parlerò a lungo… Ma per ora, a meno di una settimana dal grande giorno, voglio farvi un sunto di quella che è stata la mia strategia nei quasi due anni di preparazione per questo evento. Ecco i miei 10 comandamenti per organizzare un matrimonio a distanza!

  • Decidete cosa volete. Prima di mettervi in ballo con qualsiasi cosa, pensate bene a cosa volete. Matrimonio intimo o in pompa magna? Solo amici o tutto il parentado? Location trendy o cibo raffinato? Il matrimonio avrà un tema o un colore dominante? Prima di cominciare a comprare o prenotare, è bene che abbiate le idee chiare per non sprecare inutilmente soldi con cose che poi non userete.
  • Accettate che non tutto sarà perfetto. Quando si vive in Australia e si organizza un matrimonio in Italia, inevitabilmente non si potrà controllare ogni minimo dettaglio. Qualcosa andrà sicuramente storto, ci saranno sicuramente sorprese e cose che non saranno come ve le aspettavate. Pazienza, non sarà la fine del mondo. E ricordatevi che sarete solo voi ad accorgervene: nessun altro saprà che qualcosa è andato storto, a meno che non siete voi a dirlo. Quindi tenete la bocca chiusa, e cercate di risolvere ogni intoppo con calma e discrezione.
  • Delegate. Non essendo in loco, non potrete controllare ogni minimo dettaglio. Per quanto possibile, affidatevi quindi a mamma, sorelle, zie o amiche fidate. Avete visto su internet tante location per il ricevimento? Invece di cercare di vederle tutte di persone, incaricate qualcuno di fidato di fare una prima ispezione e di selezionare le locations migliori: in questo modo, quando vi recherete in loco, dovrete visitare solo una manciata di luoghi. Idem per i fiori e altri dettagli: fatevi un’idea di quello che volete, e poi sguinzagliate le vostre assistenti per trovare quello che desiderate.
  • Googlate. Fate di internet il vostro migliore amico. Al giorno d’oggi sul web si trova letteralmente di tutto. Approfittatene. Dalla ricerca di idee su Pinterest al confronto con altre sposine su forum e blog, dall’acquisto di oggetti e decorazioni alla prenotazione di professionisti… Internet vi sarà di grande aiuto! Se poi organizzate il matrimonio a distanza, la comunicazione elettronica vi sarà essenziale: cercate fornitori che siano al passo con i tempi, che abbiano la capacità e la volontà di mantenersi in contatto con voi via mail o Skype, ed escludete tutti quelli che neanche vi rispondono alla prima email di richiesta di informazioni!
  • Coinvolgete. Se siete come me, pensando al vostro matrimonio vi sarete immaginate a spasso tra i negozi con mamma o a creare fai-da-te con le amiche. Se però come me, vivete a migliaia di chilometri da mamma e amiche, tutto questo non sarà possibile e dovrete cercare un altro modo di coinvolgerle. Fate il pieno di loro e della loro assistenza se e quando potrete rientrare in patria, e per il resto cercate di coinvolgerle virtualmente. Tra Skype, Facebook, whazzapp e blog, è ormai facile essere parte della vita di qualcun altro anche se siamo fisicamente lontano. Guardare foto sul computer e leggere emails non sarà divertente quanto andare a fare shopping di persona, ma sempre meglio che niente, no? E poi questo farà sentire la vostra famiglia e i vostri amici parte dei preparativi e del matrimonio e farà sentire voi meno sole.

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