Prendo spunto dalla triste storia successa sabato scorso a una mia collega per affrontare un aspetto delicato e problematico dei giovani australiani: il cosiddetto “binge drinking”, ovvero il troppo bere, e la violenza che ne consegue.
Brevemente la storia è questa. La mia amica/collega diciottenne sabato scorso era a una festa da amici. Verso le 2, finita la festa, era fuori dalla casa con delle amiche ad aspettare un taxi, quando è stata aggredita da una ragazza ventenne o giù di lì che non conosceva. Questa ragazza, sicuramente ubriaca e forse sotto l’effetto di qualche droga, cercava solamente qualcuno con cui fare a botte, senza un pretesto o una provocazione. Spalleggiata dal suo ragazzo, i due hanno massacrato di botte la mia amica e le sue amiche (TUTTE RAGAZZE) con pugni, morsi, graffi e tirate di capelli… senza che nessuno riuscisse a dividerli. Alla fine le vittime sono dovute andare al pronto soccorso dove sono state diagnosticate lesioni, traumi e la possibilità di aver contratto malattie come l’AIDS e l’epatite, dato che i morsi della belva hanno lacerato la pelle. Dopo un’iniezione di antitetanica, ora dovranno aspettare 6 settimane prima di avere il verdetto riguardo a queste terribili malattie. Nel frattempo i due aggressori sono stati arrestati, complici anche numerosi precendenti penali, ma probabilmente sono già fuori.
Purtroppo questi fatti sono estramente comuni in Australia e una semplice aggressione come questa non fa nemmeno più notizia. Ogni lunedì invece si leggono storie di ragazzi accoltellati o picchiati a morte (o quasi) fuori dai bar e dai locali notturni, con la stessa frequenza con cui in Italia si parla di “incidenti del sabato sera”. Come avevo già accennato qui, una delle cose che meno mi piacciono dell’Australia è appunto questa cultura dell’alcool. Complice forse la legge che vieta il consumo e la vendita di alcolici ai minorenni, i giovani australiani (in particolare nella fascia 14-24) si distinguono tristemente per il loro “binge drinking”. Secondo una ricerca del National Drug and Alcohol Research Centre, ubriacarsi è una priorità assoluta per la maggior parte dei giovani australiani. E “ubriacarsi” è proprio la parola chiave: perchè in Australia i giovani non bevono per stare in compagnia, per passare una serata piacevole o per il sapore della bevanda… bevono per uscire fuori di testa, bevono per perdere il controllo, bevono per diventare persone diverse da quelle che sono normalmente. E’ uno spettacolo patetico, se mi permettete. Vedere persone perfettamente rispettabili durante la giornata, ottimi studenti e gran lavoratori, che la sera si riducono in condizioni patetiche, che vomitano sul marciapiede, e vengono trascinati via dagli amici. Quando va bene. Quando va male diventano aggressivi e violenti, cercano ogni scusa per fare a botte, anche con perfetti sconosciuti che avevano semplicemente la sfortuna di passare di li. E i risultati sono un triste primato.
Secondo un articolo del Sydney Morning Herald, nonostante la cultura del “binge drinking” abbia caratterizzato l’Australia negli ultimi 10 anni, la generazione Y l’ha portata a tutto un altro livello. Le sbronze non si limitano più ai pub e ai club, ma avvengono sempre di più nelle case private e negli spazi pubblici. Questo articolo imputa l’atteggiamento dei giovani a genitori più permissivi, più “amici” che “genitori”, che non incoraggiano i figli ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Che questo sia vero o meno, non lo so e non me la sento di giudicare. Quello che so per certezza però è che in Australia i giovani bevono più che in qualsiasi altra nazione dove sia stata e gli atteggiamenti che seguono sono davvero pericolosi e preoccupanti.
Vorrei poter camminare per le strade della mia città o prendere i mezzi pubblici per tornare a casa, senza dovermi preoccupare di venire aggredita da un perfetto sconosciuto che ha alzato troppo il gomito… Purtroppo è un problema che ha radici molto profonde nella cultura australiana e non si può risolvere con una legge o un manipolo di poliziotti. Quando senti che a Natale invece che lasciare latte e biscotti, i genitori incoraggiano i figli a lasciare a Babbo Natale una bottiglia di birra, è facile immaginare quale sarà il futuro di quella generazione…
Last Updated on 14/03/2023 by Diario dal Mondo
Eccomi qui, madre di adolescenti a Melbourne! E’ un po’ che vorrei scrivere un post sulla cultura dell’alcool in Australia ma non sono ancora riuscita a trovare il modo giusto di affrontare l’argomento, senza sembrare troppo “judgemental” verso la societa’ australiana! La legge vieta ai ragazzi sotto i 18 anni di bere. Ma la maggior parte dei ragazzi ha un carta d’identita’ falsa, comprata da amici piu’ vecchi. E’ una cosa risaputa che non sembra disturbare nessuno. I ragazzi crescono in una cultura in cui la birra e’ bevuta in qualsiasi momento del giorno (e della notte!). Barbecue di famiglia, pic nic nel parco, la partita di football e non sopporto questa ipocrisia 🙁 Non ero al corrente di tutti questi casi di violenza, fortunatamente le mie figlie non sono state ne vittime ne testimoni di tali atti, forse e’ meglio che continui a non leggere i giornali 😉
Cara Barbara, grazie per il tuo commento. Purtroppo, come dici tu, la birra e l’alcool qui sono ovunque, e per i ragazzi diventa presto un’abitudine a cui non danno troppo peso. Purtroppo le conseguenze sono spesso tragiche, ma per fortuna non sempre va così. Speriamo che le tue figlie continuino a essere al riparo da questi eventi!
Tosta questa avventura, davvero tosta.
Ne parlate in tanti di questo mal di vivere australiano…
Devo pero’ dire che in questi giorni, a Roma, c’e’ la moda di tramortire i passanti con una craniata, dopo aver bevuto.
Non so se i nostri giornalacci stiano esagerando ma la trovo una cosa davvero assurda… e molto simile a quella che riporti tu.
Sì, ho letto di questa moda in Italia, che viene dalle baby gangs americane… incredibile! Guarda qui fa proprio parte della cultura australiana: i pub sono pieni da pranzo di gente che beve, d’estate non si fa che bere birra tutto il giorno, e i genitori incoraggiano i figli a bere fin dalla più tenera età. Certo, crescendo ci si modera, ma è la fascia 14-24 che non sa darsi un freno e combina questi disastri.