Era il dicembre 2008 quando ho messo piede per la prima volta sul suolo australiano. Da lì a qualche ora sarei tornata a fare coppia con il mio Avvocato e avrei cominciato a scoprire con i miei occhi cosa significa vivere Down Under. Ed è stato proprio durante quella mia prima vacanza ad Adelaide che ho scoperto un capolavoro e un classico della letteratura australia: “Looking for Alibrandi” di Melina Marchetta.
Il libro – il primo dell’autrice – è ambientato a Sydney negli anni ’90 e racconta l’ultimo anno delle superiori di Josie Alibrandi, 17enne australiana di origini siciliane. Josie vive con la madre Christina – che l’ha avuta a soli 17 anni – e la nonna Katia. Come moltissimi giovani italo-australiani di terza generazione, Josie deve trovare il suo equilibrio tra la cultura di origine e quella in cui cresce. La ragazza si sente australiana ma subisce la pressione della famiglia – soprattutto della nonna – per essere più italiana e rispettare le tradizioni italiane osservate dai parenti.
And when you’d finished running you’d be thousands of miles away from people who love you and your problem would still be there except you’d have nobody to help you.
L’insofferenza e il mancato senso di appartenza di Josie per una cultura che non sente sua (perchè chi preferirebbe stare a casa a fare la passata di pomodoro piuttosto che andare in spiaggia con le amiche?) è rispecchiata dalla divisione sociale e mancata integrazione nella scuola che frequenta. Josie infatti frequenta l’ultimo anno di superiori in un esclusivo istituto cattolico di Sydney grazie a una borsa di studio, e il suo essere “wog” e non appartenere a una famiglia facoltosa la rendono vittima di razzismo da parte di compagne ricche e “australiane”.
I’ll run one day. Run for my life. To be free and think for myself… I’ll run to be emancipated.
Il libro rispetta in pieno i canoni del classico “romanzo di formazione”, in cui Josie affronta e supera gravi problemi con i suoi coetanei (per esempio, il suicidio di un amico) e con i suoi familiari, conosce il proprio padre col quale instaura un ottimo rapporto, e arriva infine ad accettare serenamente anche le vicende e le tradizioni italiane dei propri familiari. Riconosce sì il suo essere australiana, ma riconosce anche di essere, sempre e comunque, anche profondamente italiana.
“One day” came.
Because finally I understood.
È un libro scorrevolissimo e molto piacevole da leggere. Dal romanzo è stato tratto anche l’omonimo film, tradotto in italiano con “Terza Generazione”. Fin dalla prima volta che l’ho letto (e che ho visto il film, bellissimo pure quello!) mi sono subito immedesimata nel personaggio di Josie. Quante volte le amiche di mia nonna le hanno fatto la spia su cosa facevo, dove andavo e con chi stavo? Quante volte ho dovuto comportarmi così e cosà per non far fare brutta figura alla mia famiglia? Io come Josie. Ma da quando ho preso la cittadinanza australiana e sono diventata a pieno titolo una “wog”, ecco che questo libro ha assunto un altro significato per me. Perchè anche i miei figli un giorno dovranno districarsi tra la cultura che hanno ereditato e quella in cui cresceranno e non sarà facile. E allora saranno giorni difficili. Ma per adesso quei giorni sono ancora lontani e posso godermi il libro senza troppi pensieri!
E spero che lo facciate anche voi!
Questo libro partecipa al venerdì del libro.
Last Updated on 21/07/2018 by Diario dal Mondo